Iniziato il Mondiale di Rugby Femminile in Irlanda
L’Olimpo del rugby femminile si è riunito in Irlanda per contendersi il titolo di Campioni del Mondo, e dopo una prima giornata ricca di mete e buon rugby ci sono già alcune certezze.
Mondiale a 12 Squadre
Dopo l’edizione ospitata a Parigi 3 anni fa, tre squadre avevano chiuso la fase a gironi con passivi pesanti e una differenza punti oltre ai 100 – Sud Africa, Samoa e Kazakhistan. Dopo la prima giornata a Dublino, Hong Kong ha già un passivo record di 98 punti dopo la sfida con le Vice Campionesse in carica del Canada, e dovendo ancora affrontare nel girone Nuova Zelanda e Galles questo numero non potrà fare altro che crescere. Anche il Giappone sembra destinato ad un passivo pesante dopo aver subito 72 punti dalla Francia mentre Spagna e Galles avranno sicuramente modo di recuperare. Un campionato del mondo a 12 squadre sembra limitato, ma ad oggi è evidente che per alcune federazioni l’impegno di un mondiale è troppo esoso e faticano a portare avanti programmi che garantiscano una nazionale di qualità per competere ad alti livelli. In futuro ci aspettiamo di rivedere il Sud Africa competere a buon livello dopo i risultati positivi nel 7s e la speranza è di veder crescere delle realtà Sud Americane – Brasile e Argentina davanti a tutte, le grandi assenti in una competizione di questo calibro.
Gli spalti
I social media ci raccontano di un mondiale seguito e coinvolgente, ma guardando le tribune vuote durante questa prima giornata si comprende l’incertezza delle Federazioni e degli Sponsor di investire in questa direzione. Unica eccezione è la partita delle padrone di casa, dove il pubblico non è mancato ed è stato un piacere vedere l’ UCD Bowl pieno incitare le giocatrici in campo. Sicuramente avrà ragione Bill Beaumont, Presidente del World Rugby, quando dice con entusiasmo che verrà battuto ogni record di presenza di pubblico in questa edizione. Il rugby femminile sta crescendo molto e serve uno sforzo maggiore da parte di tutti gli appassionati per aumentare la credibilità di questo movimento di fronte a chi guarda i numeri invece delle partite. La superpotenza della Federazione Inglese ha dichiarato che farà tagli sostanziosi in questo ambito, bloccando il rinnovo di alcuni contratti per le atlete della nazionale. Anche in Nuova Zelanda la situazione non è molto rosea e la maggior parte delle giocatrici delle Black Fern non sono professioniste e hanno dovuto fare molti sacrifici per essere oggi in Irlanda. Tutto parte, come sappiamo, dal riscontro di pubblico e dai numeri del merchandising: se vogliamo aiutare questo movimento a crescere, dobbiamo dare il nostro sostegno.